venerdì 4 settembre 2015

Lo stomaco

Se pubblicare quella foto fosse giusto o sbagliato, non lo so.
Se sia solo un modo dei giornalai sciacalli per vendere la loro rivista, o se sia un'immagine necessaria e veramente destinata a cambiare il corso della storia.
Quello che so è che è un pugno allo stomaco. Non passa, la vedi 3, 4, 5 volte, il risultato non cambia. Un pugno nello stomaco. Perché quello che vedi è tuo figlio.
E se non hai figli, no, non fa lo stesso effetto. Ti può commuovere, ti può far pensare, ma non ti strappa le budella.
Ed è per questo che c'è comunque gente in grado di scattare quella foto, scegliere lo scatto tra tanti, stamparla, farci una copertina, farci un'opera d'arte. Fare tutto questo riuscendo a mangiare e dormire il giorno dopo. Io no, io non ce la farei.
Ho scoperto che avere figli significa anche questo.
Non riuscire più a guardare film o serie tv in cui succede qualcosa ad un bambino. Non sopportare più la finzione, figuriamoci la realtà.
Perché la verità è che, alla fine di tutto, l'unica cosa che veramente conta al mondo è l'abbraccio stretto delle sue braccine minuscole, e nient'altro.

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